La pasta è l’italianità.
È un cibo fondamentale nella nostra tradizione, ne consumiamo oltre tre tonnellate all’anno e ne esistono almeno trecento varietà diverse.
Tutti ce la invidiano.
All’estero, gli chef ne fanno un vero cavallo di battaglia per far capire, anche in terra straniera, il valore del “made in Italy”.
Ma se da un lato è alimento cardine della dieta mediterranea, dall’altro la pasta è demonizzata e penalizzata da regimi alimentari ipocalorici e al centro di una grande campagna di disinformazione.
I nutrizionisti sostengono che il problema non è tanto nell’alimento “pasta” in sé, quanto nella “relazione” che una persona ha con il cibo e nella consapevolezza di ciò che mangia.
La pasta ha un buon potere saziante ed è un’ottima fonte di energia a lento rilascio, che fa sentire vitali e soddisfatti per molte ore, apporta molti nutrienti importanti per la salute.
Dall’amido si sprigiona il glucosio, che serve per il buon funzionamento dell’organismo, oltre a contribuire alla sintesi della serotonina – neurotrasmettitore della sensazione di benessere.
La pasta contiene le vitamine del gruppo B, ferro e sali minerali (fosforo, potassio e magnesio) e quella integrale è ricca di fibre e povera di sodio.
Annoverata tra i carboidrati complessi, aiuta ad affrontare sforzi intensi, sia fisici che mentali.
Ma c’è pasta e pasta!
La qualità è fondamentale. La migliore è quella prodotta con farina integrale, essiccata a temperature inferiori a 80 gradi per evitare la formazione di furosina, una glicotossina dannosa per l’intestino.
Per verificare la qualità della pasta, basta osservarne il colore: più è bruna, più alte saranno state le temperature utilizzate per la sua essiccazione.
E poi, diciamolo chiaramente, se consumata correttamente, la pasta non fa ingrassare!
Il perché è semplice. È un’opzione povera di grassi e calorie, ma bisogna condirla con materie prime di qualità e alto valore nutrizionale, evitando eccessi di grassi.
Se si segue una dieta ipocalorica, la pasta lunga è una scelta migliore rispetto ai formati corti, perché nella cottura, la pasta lunga acquisisce più volume, trasmettendo un maggiore senso di sazietà.
Gli spaghetti inoltre hanno anche un indice glicemico più basso rispetto alla pasta corta, che, tradotto, significa: sazi più a lungo! …buon appetito!