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di Beatrice Silenzi

Sean Combs (alias Puff Daddy, alias P.Diddy) rapper e produttore discografico, affronterà un processo nel maggio 2025 per gravi accuse: dal traffico sessuale al racket.
In custodia in carcere da settembre, è accusato di aver sfruttato il suo impero commerciale, in particolare la sua etichetta Bad Boy Entertainment, per trasportare lavoratori del sesso oltre i confini statali per partecipare a performance sessuali chiamate “freak offs”

Lui si dichiara non colpevole, ma se condannato rischia pene severissime che vanno da un minimo di 15 anni fino all’ergastolo.
Attualmente è detenuto al Metropolitan Detention Center di Brooklyn dato che, in un recente sviluppo, gli è stata negata la scarcerazione ed attende di presentare un appello contro la decisione di negargli la cauzione.

Le accuse specifiche nei confronti di Combs includono la seduzione di donne tramite droghe (ketamina ed ecstasy), promesse di supporto finanziario o di relazioni.
Sempre secondo l’accusa, Combs avrebbe registrato gli atti sessuali in modo clandestino, ricattando poi le vittime per mantenerle silenziose, a volte ricorrendo anche all’intimidazione fisica.

In un contesto più ampio, l’avvocato di Combs ha, invece, accusato il governo di intraprendere l’azione giudiziaria motivata da pregiudizi razziali nei confronti di un uomo afroamericano di successo. Affermazioni che rischiano di alterare l’equità del processo.

L’attenzione mediatica sul caso è molto alta: la prossima udienza è attesa con grande interesse, dato il profondo impatto che le risultanze del processo potrebbero avere non solo sulla vita di Combs, ma anche di molti Vip preoccupati della melma che potrebbe ricadere sul caso e anche sui vari movimenti che lottano contro il traffico sessuale negli Stati Uniti o come il #metoo.