Le “farfalle nello stomaco” sono una sensazione intrigante e universalmente riconosciuta che può scaturire da emozioni profonde, siano esse piacevoli e intense o meno.
Dall’inglese “to have butterflies in one’s stomach” è una locuzione che descrive una particolare sensazione di formicolio che si avverte alla bocca dello stomaco nei momenti di forte carico emotivo.
Non si tratta solo di un’espressione figurativa: sono gli ormoni che agiscono sul nostro apparato digerente, che spesso è considerato il nostro “secondo cervello”.
Il fenomeno è stato oggetto di studio sin dal primo Novecento ed uno dei pionieri in questo campo è stato John Newport Langley che ha studiato i meccanismi neurologici alla base del funzionamento di organi interni come cuore, stomaco e intestino.
Quando proviamo una forte emozione, il nostro “secondo cervello” rilascia adrenalina e altre sostanze chimiche che preparano il corpo a una risposta di lotta o fuga e questo provoca l’accelerazione del battito cardiaco, l’invio di più sangue e ossigeno ai tessuti e la sensazione di formicolio o vuoto nello stomaco, simile al battito delle ali di farfalle.
Questa sensazione magica è limitata nel tempo poiché le emozioni e le sensazioni cambiano nel corso di una relazione, così come i neurotrasmettitori che stimolano il nostro organismo.
Le emozioni sono legate al pH dello stomaco: paura e disgusto ne aumentano l’acidità, mentre quelle positive, come la felicità la riducono. Sono state osservate anche variazioni nella frequenza cardiaca.
Se la sensazione è legata all’innamoramento, va accolta con leggerezza ed euforia, se invece è disturbante o associata ad ansia e timore, è utile adottare strategie per controllare stati ansiosi (controllo della respirazione, focalizzazione su pensieri positivi, appello alla propria autostima, condivisione delle preoccupazioni con una persona cara).