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di Beatrice Silenzi

Le diete non sempre danno risultati validi e duraturi nel tempo, ma, incredibile a dirsi, con l’aiuto della mente, i risultati possono essere migliorati!!

Lo sostengono gli esperti ed aggiungono che abbinare le tecniche di mindfulness, consapevolezza e meditazione, può garantire risultati positivi e fare la differenza.

La mindful eating (alimentazione consapevole) consiste nel ripensare il proprio rapporto con il cibo e controllare pulsioni alimentari che sarebbero difficili da gestire.

Il senso di fame – regolato dall’ipotalamo che provvede a inviare e a ricevere segnali a numerosi e complessi processi chimici svolti nell’apparato digerente – è uno stimolo che indica al cervello una carenza di energia del corpo, ma quand’è che il senso di fame percepito è davvero un sano appetito oppure una sensazione viscerale, violenta e rabbiosa?

Partiasmo da qui.
Un pasto bilanciato, consumato senza fretta (almeno 20 minuti) infatti, ha il pregio di risultare soddisfacente.
Se stanchezza ed ansia sono responsabili della fame nervosa, qualora si riuscisse ad entrare in comunicazione con gli strati più profondi della nostra psiche nella capacità di ascoltarci, riusciremmo anche a riconoscere questi stati d’animo.

Ecco perché non si dovrebbe mangiare quando ci si sente troppo stanchi, arrabbiati o tristi. Questi stati emotivi richiedono una soddisfazione che il cibo regala solo in modo solo illusorio.

La fame, poi, non è solo un fatto di stomaco: incide anche su vista, tatto e olfatto e tutti i sensi devono poter essere nutriti e soddisfatti.

Consapevolmente dunque si può resistere alla tentazione di sfogare le proprie frustrazioni, mangiucchiando in continuazione, ma allo stesso tempo di non porre ossessiva attenzione a calorie, zuccheri e grassi.